Armundia, il giusto equilibrio del fintech

“Non esiste fiducia che possa essere realizzata attraverso lo schermo” ha detto oggi Carlo Messina, CEO di Intesa Sanpaolo, mettendo un freno all’entusiasmo per fintech e soluzioni tecnologiche

Quelli di Armundia la vedono un po’ diversamente, con la loro filosofia che parte già dal nome, che evoca armonia tra mondi: l’uomo e la tecnologia. L’azienda fintech e insurtech nata nel 2007 a Roma sta facendo proprio quello che Messina ritiene impossibile: creare fiducia attraverso uno schermo.

Uno dei loro ultimi progetti, lanciato pochi mesi fa e che conta già una decina di istituti aderenti e oltre 100 filiali, porta l’home banking al livello successivo, grazie alla creazione di uno sportello virtuale dove il cliente incontra faccia a faccia il proprio referente, ma tutto, appunto, dietro uno schermo.

“In una cosa Messina ha ragione, e ci fa piacere che lo abbia sottolineato” ci spiega Gianluca Berghella, l’ad e cofounder di Armundia “Cioè che la tecnologia deve essere al servizio dell’uomo, e non viceversa. Dobbiamo usarla come strumento per migliorare processi, organizzazione e interazione con il cliente, senza mai sostituirla all’elemento umano”.

E se è vero che l’home banking ci ha semplificato la vita per centinaia di operazioni, ci sono volte in cui il rapporto umano è difficilmente sostituibile. Il bisogno di ottimizzare i tempi e i costi già aveva dato il via al progetto, che con la pandemia ha preso il volo. Il cliente prende un appuntamento e riceve un link, a cui collegarsi all’orario stabilito, avviando una videochiamata con la filiale, grazie a un sistema che utilizza meccanismi di riconoscimento che tutelano la sicurezza della chiamata. Come qualsiasi operazione a sportello, viene registrata e archiviata dalla banca, garantendone la tracciabilità.

Il futuro delle banche, per Armundia, passa dalla tecnologia, fondamentale e sempre più integrata, che deve però arrivare dopo la visione di quello che la banca stessa vuole essere nel suo rapporto con i clienti. “Le nostre sono soluzioni sofisticate a livello tecnologico, ma partono dal presupposto che non si possono sostituire gli elementi relazionali e umani”.

Quando quindi Messina dice “voglio vedere chi può affidare i propri risparmi e investimenti futuri sulla base di uno schermo o di un tasto su internet” ha ragione?

“In parte” conclude Berghella. “Soprattutto se si riferisce agli investimenti. Si tende a pensare che l’applicazione della tecnologia agli investimenti porti a bot e proposte standardizzate. La nostra proposta invece è quella di sfruttare tutte le potenzialità della tecnologia per offrire il massimo della personalizzazione, aiutando la banca a costruire proposte tagliate su misura sul singolo cliente, inquadrato e analizzato a 360 gradi”.